Quando si scopre la dolce attesa, soprattutto se si vive questo momento per la prima volta, si entra in un mondo di emozioni dove, però, fanno capolino anche ansie e preoccupazioni. Una delle più frequenti riguarda l’alimentazione, perché, ovviamente, attraverso le sostanze nutritive assunte, il piccolo crescerà giorno dopo giorno.
Tra i dubbi che più attanagliano le donne in gravidanza c’è sicuramente il consumo di caffè, che accompagna le nostre giornate fin dal primo mattino, per poi “seguirci” durante le pause a lavoro, dopo pranzo e così via: si può bere durante la gravidanza? Quali accorgimenti è meglio avere a riguardo?
La caffeina, non solo caffè
Prima di chiarire i dubbi sull’assunzione di caffè in gravidanza, è bene ricordare che sono diverse le bevande in cui è presente la caffeina. Nel fare un computo giornaliero, quindi, bisogna considerare tutte le bevande definite “nervine” il cui assorbimento genera un’attività del sistema nervoso centrale. In ognuna di loro la quantità di caffeina è presente in maniera differente. Vediamo esattamente in quale proporzione:
- caffè espresso: tra 64 e 100 mg per tazzina
- caffè istantaneo: 157 mg
- caffè decaffeinato: quantitativo inferiore a 5 mg
- tè (una tazza): tra 30 e 50 mg
- cola (una lattina): tra 30 e 50 mg
- cioccolato fondente (una barretta da 30 gr): 26 mg
È necessario, quindi, prestare attenzione a queste bevande che contribuiscono a far aumentare i mg di caffeina giornalieri che si possono assumere. Perché la risposta alla domanda, se si può bere caffè in gravidanza, è affermativa ma con moderazione e seguendo precise indicazioni.
L’OMS ha fissato a 300 mg il quantitativo massimo quotidiano per le donne in gravidanza mentre, in Italia, il Ministero della Salute ha stabilito che siano non più di 200. Secondo le cifre riportate sopra, poiché mediamente una tazzina contiene circa 100 mg di caffeina, è consigliabile consumare non più di 2 caffè al giorno per evitare rischi.
Conti alla mano, bisogna valutare bene quali e quante bevande bere durante il giorno proprio per evitare che si vada a superare questo limite massimo.
Il consumo di caffeina in ogni trimestre di gravidanza
Mese dopo mese, il corpo della mamma in attesa cambia a vista d’occhio: anche l’assunzione di caffè, quindi, viene modulata sul periodo che si sta vivendo in quanto diversi studi hanno dimostrato che i suoi effetti possono essere differenti in base all’epoca gestazionale.
Nello specifico, nel primo e nel secondo trimestre, il consumo deve essere controllato per poter limitare il leggero aumento del rischio di aborto spontaneo.
Anche l’assunzione di caffè decaffeinato sarebbe da contenere: se è pur vero che la misura di caffeina è sicuramente inferiore alle altre miscele, tuttavia i processi di lavorazione complessi volti proprio ad eliminare questa sostanza, possono determinare la contaminazione con agenti chimici, potenzialmente più dannosi del caffè tradizionale. Anche in questo caso, è bene limitarsi a un paio di tazzine al giorno.
Durante il terzo e ultimo trimestre, quando il peso del bambino grava maggiormente sull’apparato intestinale, un eccessivo consumo di caffè può portare a pirosi gastrica, ossia un disturbo che provoca bruciore o fastidio all’altezza dell’esofago e che spesso si accompagna anche al reflusso. Questa situazione può attenuarsi ma non risolversi durante la gestazione e per questo motivo si può regolarizzare solo attraverso una maggiore attenzione verso l’alimentazione: piccoli pasti frequenti, evitare di sdraiarsi immediatamente dopo aver mangiato e, soprattutto, non consumare alimenti gastro-irritanti, tra cui proprio il caffè e i cibi eccessivamente grassi.
Stesso discorso vale per il tè: in questo caso, è bene preferire tisane e infusi a base di erbe come la camomilla, la melissa, il finocchio e lo zenzero, poiché quanto detto per la caffeina vale anche per la teina contenuta in questa bevanda.
Inoltre, contiene le catechine, composti che interferiscono con l’assorbimento dell’acido folico, fondamentale durante tutta la gravidanza nella formazione del feto e nella prevenzione di sue malformazioni.
Caffè in gravidanza: i rischi più comuni
Come abbiamo già sottolineato, eccedere nel consumo di caffè aumenta i rischi per la crescita e lo sviluppo del feto. In gravidanza, il metabolismo della caffeina è rallentato di ben 15 volte e dopo l’assunzione viene assorbita e si accumula nella placenta.
L’immaturità del fegato del piccolo non produce gli enzimi necessari per il suo metabolismo e, oltretutto, la sua assunzione in eccesso riduce l’assorbimento di ferro nella madre, così tanto importante durante la gestazione. Numerosi studi hanno dimostrato che eventi avversi che si sono presentati mostravano un’effettiva correlazione con l’eccessivo consumo di caffeina.
Un occhio di riguardo da parte delle neomamme riguarda anche la fase dell’allattamento, durante la quale questa bevanda passa nel latte materno e può causare ipereccitabilità e difficoltà nel sonno del bambino. È consigliabile, pertanto, mantenere le dosi consigliate in gravidanza, prestando attenzione anche alle altre bevande di cui abbiamo parlato.
Il caffè d’orzo, una valida alternativa
Se proprio non riusciamo a resistere alla voglia di bere una tazzina fumante, un valido sostituto può essere il caffè d’orzo: naturalmente privo di caffeina, ha ottime proprietà digestive e antinfiammatorie, oltre a essere ricco di vitamine e sali minerali. Le sue proprietà galattogene favoriscono, inoltre, la produzione di latte durante l’allattamento.
Altro fattore importante è il fatto che questa bevanda non apporta calorie, se non quelle dello zucchero aggiunto (ci sono comunque molte valide alternative per addolcire il caffè senza zucchero), elemento fondamentale per evitare di assumere troppo peso e rendere più difficoltosa e rischiosa la gravidanza.
In particolare durante il periodo della gravidanza e dei primi mesi del bambino, la comodità è senza dubbio fondamentale: per questo una delle migliori soluzioni per prepararsi un ottima bevanda d’orzo è con la macchina del caffè a capsule.
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